giovedì 11 ottobre 2012

Ognuno ha la decade(nza) che si merita...

Spesso parlando tra giovani (o comunque tra quasi trentenni) si sentono lamentele sulla grandissima sfortuna che la mia generazione (per capirsi i nati a metà degli '80) avrebbe avuto nell'avere vent'anni a cavallo degli anni '10 del 2000.
Tutti invariabilmente sentono che se fossero stati ventenni in un'altra epoca (e magari in un altro paese) le loro vite sarebbero state diverse, migliori. Che si parli  della California degli anni '60, della Parigi del '68, degli anni '70 (in generale) o della mitica (e mitologica) Firenze anni '80 inevitabilmente ci si immaginano più stimoli, più successo, più lavoro e quindi più soldi, più occasioni per "fare", più possibilità di esprimersi, e così via... Ultimamente inizia a sentirsi anche nostalgia dei bistrattati anni '90!
Nonostante riconosca che l'Italia del 2012 non sia decisamente un "paese per giovani" penso che quasi tutte queste turbe siano un po' generazionali e un po' paracule.
Da un lato perché chi ci racconta di quegli anni lo fa pensando ai tempi d'oro della sua vita, ed inevitabilmente tende ad esaltare ciò che di bello c'era e a rimuovere il brutto. Dall'altro la situazione per i quasi o i neo trentenni non è facile e quindi credo sia naturale immaginarsi come sarebbe stato vivere in periodi "mitici" del recente passato. Il rischio in questo è credere un po' troppo alla narrazione del "mito" e finire con l'esaltarne i lati positivi ed ignorarne i lati negativi. Per rifarsi agli esempi di cui sopra: la violenza e il terrorismo degli anni di piombo, il contesto sociale spersonalizzante della California anni '60, l'eroina nella Firenze anni '80, etc. Certo tutti vorremmo vivere in un periodo storico di grande fermento sociale e culturale, dove c'è lavoro, e ci  è data la possibilità di esprimersi completamente, ma purtroppo ognuno è figlio del proprio tempo.
E guarda caso non trovi mai nessuno che avrebbe voluto avere vent'anni nel 1942...



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